venerdì 20 settembre 2013

metodi di danza

Metodo Vaganova

Metodo Vaganova Agrippina Yakovlevna Vaganova
(in cirillico: Агриппина Яковлевна Ваганова)San Pietroburgo, Russia, 6 luglio 1879 - ivi, 5 novembre, 1951.È stata una della più riconosciute insegnanti russe di danza classica. Ha sviluppato un metodo di insegnamento, chiamato appunto il metodo Vaganova, derivato dall'analisi del metodo e della tecnica della vecchia Scuola Imperiale di Balletto nel periodo di massimo splendore sotto la guida del grande maître de ballet Marius Petipa.Vaganova perfezionò e sistematizzò questo metodo di insegnare l'arte del balletto classico in un programma di enorme saggezza. Il suo libro, I principi fondamentali della danza classica, pubblicato a San Pietroburgo (allora Leningrado) nel 1934, rimane un libro di testo importantissimo contenente le istruzioni per la tecnica del balletto.Tutta la vita della Vaganova fu legata al Balletto Imperiale, in seguito Kirov Ballet, ora Mariinsky Ballet, di San Pietroburgo. Figlia di un usciere del Teatro Mariinsky, venne accettata nella scuola del Balletto Imperiale, la grande istituzione fondata da Anna di Russia nel 1888 e finanziata dallo zar.guidata dalla ex - Prima Ballerina Eugeniia Sokolova. Come insegnanti ebbe anche Ekaterina Vazem, Enrico Cecchetti, Christian Johansson, Pavel Gerdt, Lev Ivanov e Nicolai Legat.Per la studentessa Vaganova, all'inizio, l'arte del balletto costò fatica poiché il movimento non le riusciva molto naturale ma lentamente, con impegno e forza di volontà, riuscì ad entrare nella compagnia del Balletto Imperiale.Anche se arrivò al titolo di "Prima Ballerina" solo un anno prima del suo ritiro, la Vaganova diventò ugualmente famosa tra i ballettomani di San Pietroburgo come la regina delle variazioni per il virtuosismo illimitato e l'alto livello tecnico.È interessante notare che il vecchio Maestro Petipa non era molto attratto dalla danzatrice, anzi i suoi commenti nei diari sulle performance di Agrippina erano spesso sottolineati da aggettivi quali "terribile" o "spaventosa".Nel 1917 si ritirò dalle scene e iniziò ad insegnare al khortekhnikum, il nome con il quale veniva chiamata la scuola del Balletto Imperiale.Anche se aveva avuto una carriera rispettabile cme ballerina, fu attraverso la padronanza dell'insegnamento della danza classica che avrà sempre un posto di tutto rispetto nella storia del balletto.La battaglia continua in gioventù per decifrare la tecnica del balletto le aveva insegnato moltissimo e i suoi studenti diventarono leggende della danza.Dopo la Rivoluzione d'Ottobre il futuro del balletto in Russia sembrava difficile ma Vaganova lottò per la sopravvivenza di quest'arte che amava così tanto e per la preservazione dell'eredità di Marius Petipa.Nel 1934 diventò direttore del khortekhnikum, la scuola che ora porta il suo nome:
l'Accademia di Balletto Vaganova.

Tra gli allievi della Vaganova ricordiamo
Le ballerine sovietiche Natalia Dudinskaya, Marina Semenova, Galina Ulanova, Olga Lepeshinskaya e Maya Plisetskaya.Il suo insegnamento cercava di combinare lo stile elegante e raffinato del Balletto Imperiale che aveva imparato da maestri quali Enrico Cecchetti con una danza più atletica e vigorosa tipica dello spirito dell'Unione Sovietica.Nel 1933 allestì e coreografò la celebre versione de Il lago dei cigni con la Ulanova nella parte di Odette-Odile.Alcuni dei graduati dell'Accademia Vaganova sono tra le più alte personalità del balletto. Basti citare Rudolf Nureyev, Irina Kolpakova, Mikhail Baryshnikov, Natalia Makarova, Yuri Soloviev, Altynai Asylmuratova, Diana Vishneva e Svetlana Zakharova.

Metodo Graham

Metodo Graham La tecnica Graham, codificata da Martha Graham negli anni 30-40, è basata su una visione molto personale e femminile di appartenenza al mondo contemporaneo e alla terra d’America, che ha dato vita alla creazione di una personalissima scrittura coreografica. Si basa sul principio del centro del corpo, visto non solo come sede del baricentro e dell’equilibrio, ma come fonte da cui si propaga l’energia e l’emozione, come origine del movimento inteso come flusso vitale: il corpo del danzatore si fa strumento di interpretazione nel modo più diretto possibile. La tecnica Graham si struttura intorno a contraction e release, contrazione e rilascio del bacino: i flussi di energia che si concentrano all’interno del corpo nella fase di contrazione vengono poi rilasciati dolcemente dal centro verso la periferia del corpo nella fase di rilascio. Altro grande principio della tecnica Graham è il rapporto del danzatore con il pavimento, che viene usato in maniera diversa e non come ovvio supporto sul quale posano i piedi: la sua funzione è quella di sostenere il corpo del danzatore durante le cadute. La danza non si svolge soltanto verticalmente, ma è ricca di cambiamenti di livello. Le modalità secondo le quali tutto ciò avviene sono sempre caratterizzate dalla semplicità e dall’eleganza della tecnica. In questo senso il pavimento si trasforma in una sorta di pedana sulla quale viene sfruttata non solo la forza peso ma anche il rimbalzo e l’attrito: ne deriva un effetto straordinario di energia e di dinamica.



Danza Terapia

Cos'è la DanzaTerapia?
Domade e risposte sulla DanzaTerapia

Lo Studio di Danza Creativa della danzatrice e coreografa argentina Marìa Fux si trova nel centro della città di Buenos Aires, quando l'Avenida Callao incrocia la Calle Sarmiento, al secondo piano di un bel palazzo in perfetto stile parigino.DanzaterapiaE' proprio lì che Marìa in persona continua instancabilmente a dare lezione in quella che è la sua casa, il suo Studio di Danza, la sua vita. Ogni incontro di danza è preparato accuratamente e differisce dal precedente. Il corpo viene invitato a lavorare tematiche ed immagini sempre cangianti, spesso contrastanti, così come il corpo di Marìa cambia nel corso del tempo o della stessa giornata per riflettersi nei cambiamenti del corpo del gruppo. La costante, assoluta, è quella del gruppo integrato, ciò significa che nello stesso orario e nello stesso spazio si amalgamano insieme numerose persone di tutte le età, con diverse tipologie di disabilità, psicoterapeuti, fisioterapisti, psicologi, professori di danza e di ginnastica, insegnanti di scuola, bambini, adolescenti, e un’utenza generica il cui obiettivo è semplicemente quello di tenersi in forma senza annoiarsi.Ogni individuo che è parte del gruppo di DanzaTerapia sta compiendo un percorso unico e personale su se stesso e solo il tempo e l’attesa, uniti alla continuità, permetteranno di comprendere con il corpo la profondità e la semplicità del messaggio di Marìa.All’interno del gruppo ci sono anche persone che frequentano lo Studio in maniera intensiva e che stanno portando avanti il percorso formativo per poter diventare un domani artisti/terapisti. Se a livello di risultato terapeutico il metodo di Marìa garantisce in tempi brevissimi i primi risultati di benessere e di cambiamento evidente, altrettanto veloci non sono i tempi di apprendimento per diventare danzaterapisti: piaccia o non piaccia il sistema non è scientifico e quindi è trasmissibile esclusivamente per imitazione, rimanendo per molti anni accanto alla Maestra, lavorando con lei, esponendo il proprio corpo il maggior tempo possibile alla sua presenza ed influenza e sottoponendosi alla sua continua supervisione.Tutti i tentativi di sistematizzare il Metodo di Marìa sono irrimediabilmente falliti anzi l’hanno ridotto a ben poca cosa svuotandolo dei contenuti artistici di cui è impregnato, per portarlo a una deriva ben lontano dalla Danza, di cui si nutre. Questo non vuol dire che il metodo di Marìa Fux non abbia struttura ma semmai è la conferma che anziché rispondere alle leggi della scienza risponde a quelle della Danza. Non c'è niente da fare: più lo si vuol rendere teoria e più il Metodo sfugge.Attraverso la danza e la creatività, con il limite e l’improvvisazione, Marìa riesce a sviluppare e a indagare con il corpo tematiche assai complesse come:

Sviluppare la percezione del proprio sè attraverso il movimento.
Conoscere e recuperare l’unità del corpo (schema corporeo).
Riconoscere e regolare la propria energia (peso).
Capacità di sentire e di provare emozioni (emotività).
Ricerca dell’altro e incontro con il proprio compagno (contatto).
Riconoscimento degli stimoli non uditivi.
Linea, colore e forma come strumenti di comunicazione con il sordo e il soggetto ipo-acustico.
La voce è corpo, esplorazione dei suoni che abitano il corpo.
Il bambino , l’adolescente e l’adulto alla ricerca del linguaggio non verbale.
Sviluppare la capacità di concentrazione: percepire, immaginare, esprimersi con il corpo.
Tecniche di improvvisazione nella danza: riconoscimento della musica, da semplice a complessa, attraverso il corpo.
Stimoli creativi per la terza e quarta età.
Ritmo interno e sue relazioni con la parola.

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Metodo Touch e Feel

"Vedere con il Cuore!"
La tecnica del Touch&Feel è una tecnica innovativa basata sul contatto insegnante -allievo al fine di portare sulla scena balletti di danza veri e propri. Tutto regolare fin qui se non fosse che i ballerini in questione hanno una particolarità: sono ciechi. Vedere con il cuore non è solo una frase, ma vuole essere un vero e proprio stile di vita; una vita particolare e sofferta ma ricca di sorprese e scoperte.
L'arte è una scienza molto volubile che spazia nei più svariati campi e in diverse direzioni; il Touch&Feel vuole dare la possibilità di esprimersi in una delle arti più nobili: la danza.Non parliamo di una particolare disciplina; parliamo di danza in generale, una danza tra coppie di ballerini entrambi ciechi o tra coppie cieco-vedente. Possiamo iniziare descrivendo la tecnica nei dettagli: i movimenti si svolgono in coppia e a specchio (come esempio si può parlare della compagnia Momix e del famoso pezzo a specchio con costumi bianchi e neri che con luci ultraviolette facevano sembrare la coppia come una persona sola che fluttuava nell'aria), o anche movimenti opposti tra la coppia. Comunque la caratteristica fondamentale deve essere il continuo contatto tra i ballerini.

La tecnica del Touch&Feel si articola in tre momenti:
La preparazione del pezzo, dove l'insegnante trasmette i movimenti del balletto, ponendosi nella posizione desiderata al fine di far toccare (touch) il proprio corpo agli allievi per far sentire loro (feel) il movimento da riprodurre; Durante le prove deve esserci una costante descrizione nei minimi dettagli dei movimenti che si stanno eseguendo. Infine il contatto tra i ballerini, che deve essere costante e nel caso in cui uno dei due ballerini fosse vedente, una comunicazione tra gli artisti durante il pezzo al fine di guidare al meglio il secondo ballerino.Una tecnica già usata in molte scuole come metodo di apprendimento per movimenti che sembrano elementari come il camminare, viene estesa anche alla danza che diventa un esempio rappresentativo di come un handicap può essere brillantemente superato. Ma parliamo adesso degli inventori di questa tecnica: la compagnia indiana di ballerini ciechi. Sono proprio loro che hanno portato sulle scene questa tecnica fantastica e che tutt'ora la ripropongono nei teatri di tutto il mondo. Sono una compagnia di danza vera e propria con una solo differenza: ballerini, coreografi e direttore artistico (anzi direttrice) sono ciechi.

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