domenica 22 settembre 2013

Teatri di Milano - Teatro la Scala



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Chi siamo

Sovrintendenza


Sovrintendente
Stéphane Lissner

Responsabile Relazioni Esterne e Assistente del Sovrintendente
Donatella Brunazzi

Responsabile Ufficio Stampa
Carlo Maria Cella

Responsabile Controllo di Gestione
Enzo Andrea Bignotti

Direzione Musicale


Direttore musicale
Daniel Barenboim

Direzione Generale


Direttore Generale
Maria Di Freda

Responsabile Servizio Rapporti Istituzionali
Dino Belletti
Coordinatore Segreteria e Staff
Andrea Vitalini

Responsabile Ufficio Promozione Culturale
Carlo Torresani

Responsabile Segreteria Organi e Legale
Germana De Luca

Responsabile Provveditorato
Antonio Cunsolo

Direzione Tecnica
Direttore Tecnico
Marco Morelli

Responsabile Manutenzione Immobili e Impianti
Persio Pini
Responsabile Prevenzione Igiene Sicurezza
Giuseppe Formentini

Direzione del Personale

Direttore del Personale
Marco Aldo Amoruso
Responsabile Amministrazione del Personale
e Costo del Lavoro
Alex Zambianchi

Responsabile Servizio Sviluppo Organizzativo
Rino Casazza

Responsabile Servizio Tecnologie dell’Informazione
Massimo Succi

Responsabile Ufficio Assunzioni e Gestione
del Personale

Marco Migliavacca

Responsabile Ufficio Lavoro Autonomo
Giusy Tonani


Consiglio di Amministrazione


Presidente

Giuliano Pisapia (Sindaco di Milano)

Vice Presidente

Bruno Ermolli

Consiglieri

Stéphane Lissner
Giovanni Bazoli
Guido Podestà
Aldo Poli
Paolo Scaroni
Fiorenzo Tagliabue
Alessandro Tuzzi
Margherita Zambon



Collegio dei Revisori dei Conti


Presidente Mario Cattaneo

Membri Effettivi

Marco De Luca
Marcello Coato

Membro Supplente

Nadia Palmeri
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Albo dei Fondatori

La Fondazione Teatro alla Scala esprime un particolare ringraziamento ai Fondatori che, con il loro contributo, consentono di proporre un'offerta artistica di assoluta eccellenza.

 FONDATORI DI DIRITTO

Stato Italiano
 

 FONDATORI PUBBLICI

Provincia di Milano  


 FONDATORI PRIVATI PERMANENTI

Pirelli
Eni
Enel

 
Telefónica Tod's

  

 FONDATORI PRIVATI ORDINARI

                                       SEA
  A2A 
                                                          
          Intesa San Paolo


 FONDATORI EMERITI

                    Milano per la Scala     
 



Sponsor

Grazie a tutti coloro che hanno scelto di diventare Partner del Teatro, la Scala ha potuto creare Serate ed Eventi di alto valore artistico e culturale.Per questo motivo, il Teatro desidera ringraziare lo Sponsor Principale della Stagione, gli Sponsor dei Progetti Artistici Speciali, i Partner Ufficiali, gli Sponsor delle Tournée, il Partner Istituzionale del Museo Teatrale, gli Sponsor Tecnici, gli Abbonati Corporate e tutti coloro che hanno voluto investire nei nostri spazi pubblicitari.


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 La storia del Teatro alla Scala

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 Giuseppe Piermarini

Il Teatro alla Scala viene costruito sulle ceneri del Teatro Ducale nel 1776 per volontà   dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria,   e inaugurato nel 1778 con Europa riconosciuta di Antonio Salieri. Il nome deriva dal luogo sul quale il teatro viene edificato  su progetto dell’architetto neoclassico Giuseppe Piermarini: il sito della chiesa di Santa Maria alla Scala.





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Gioachino Rossini

Nel 1812, con l’avvento di Rossini (La pietra del paragone), la Scala diventa il luogo deputato del melodramma italiano, della sua evoluzione lungo  un secolo e della sua tradizione esecutiva fino ai nostri giorni. Le coreografie di Salvatore Viganò (1769-1868) e di Carlo Blasis (1795-1878) estendono il primato artistico del Teatro al balletto

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Vincenzo Bellini

Fra il 1822 e il 1825 con Chiara e Serafina di Gaetano Donizetti (1797-1848) e Il pirata di Vincenzo Bellini (1801-1835) inizia una nuova stagione del melodramma italiano.

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Nel 1839, Oberto, Conte di San Bonifacio apre l’era di Giuseppe Verdi (1813-1901), il compositore che più di ogni altro è legato alla storia della Scala; 

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Arturo Toscanini

Arturo Toscanini (1867-1957) assume nel 1920 la direzione artistica e promuove una radicale riforma del Teatro; raccoglie l’eredità musicale di Verdi, ma instaura una regolare tradizione esecutiva delle opere di Wagner, estende il repertorio teatrale e sinfonico dell’Orchestra.


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Victor De Sabata

Dal 1951, per iniziativa di Victor De Sabata, la Stagione della Scala si apre il 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, patrono di Milano. Di qui, in parte, il valore simbolico e anche extramusicale della serata.


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Maria Callas

In parallelo alla stagione dei direttori, fiorisce quella delle grandi voci (Maria Callas, Renata Tebaldi, Leyla Gencer, Giulietta Simionato, Mirella Freni, Shirley Verrett, Mario Del Monaco,

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Claudio Abbado

Nel 1965, Claudio Abbado debutta alla Scala con la Seconda Sinfonia di Mahler. Nel 1968 diviene Direttore Musicale dell’Orchestra e nel 1972 Direttore Musicale del Teatro,

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Riccardo Muti

Nel 1986 Riccardo Muti assume la direzione musicale del teatro. Dal 1989 al 1998 riporta in scena le opere più amate di Verdi, Rigoletto,

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Il Coro

Nel 1983 Giulio Bertola succede a Romano Gandolfi nella direzione del Coro e nel 1991 arriva Roberto Gabbiani. Nel 2000 è nominato Bruno Casoni.

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 La Fondazione

Nel 1997 la Scala si trasforma in Fondazione di diritto privato, aprendo una decisiva fase di modernizzazione.

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Agli Arcimboldi

Fra il gennaio 2002 e il dicembre 2004 la Scala affronta il più profondo intervento di restauro dell’edificio storico, e di modernizzazione del palcoscenico, dalla fine della Seconda Guerra

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Stéphane Lissner

Nel maggio dello stesso anno Stéphane Lissner, primo non italiano nella storia della Scala, assume la Sovrintendenza e la Direzione artistica 

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Daniel Barenboim

Il 7 dicembre 2007 è Tristan und Isolde, diretta da Daniel Barenboim, ad aprire la stagione e a segnare l’inizio di una stretta collaborazione fra il Maestro argentino-israeliano e il Teatro alla Scala. Nel 2008, Don Carlo di Verdi, direttore Daniele Gatti.

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Dopo il restauro

Nel corso delle ultime tre stagioni la Scala aumenta costantemente la propria attività: dalle circa 190 alzate di sipario, prima del nuovo palcoscenico, si raggiunge il numero stabile di 284


Orchestra

L'Ottocento musicale italiano fu dominato da quello che Gian Francesco Malipiero, argutamente, chiamava "mal di melodramma". La mancanza di una tradizione cameristica e sinfonica ha tardato a configurare, nella scuola italiana, l'immagine del direttore d'orchestra sinfonico, e del maestro direttore e concertatore per le opere.Nel melodramma visse per lungo tempo la figura del primo violino capo d'orchestra, anche con illustri esempi quali Alessandro Rolla e il suo allievo Eugenio Cavallini.Si dovrà aspettare il 1854 per avere con Alberto Mazzucato il primo vero e proprio maestro concertatore e direttore sul podio.Mazzucato apre la gloriosissima dinastia dei direttori scaligeri, che conterà Franco Faccio (fautore anche, contro l'opinione di Verdi, di una vita sinfonica dell'orchestra), poi Leopoldo Mugnone, Edoardo Mascheroni e, alla fine, Arturo Toscanini. A Franco Faccio l'onore di dirigere la prima di Otello nel 1887, a Edoardo Mascheroni la prima di Falstaff nel 1893 e a Toscanini il compito di trasformare, con una lunga battaglia, la Scala da teatro privato in Ente Autonomo (stagione 1921/22).La presenza costante di grandi direttori – da Toscanini a De Sabata, da Wilhelm Furtwängler a Herbert von Karajan, da Guido Cantelli a Leonard Bernstein, per giungere a Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Carlos Kleiber, Claudio Abbado, Riccardo Muti e Daniel Barenboim – ha rafforzato il valore dell'Orchestra scaligera nel mondo.Composta da circa 135 elementi, riconosciuta tra le migliori in assoluto per la produzione operistica, l'Orchestra della Scala ha oggi acquisito una posizione internazionale di prestigio anche per l'attività sinfonica.Dal 1983, la nascita della Filarmonica come formazione autonoma ha infatti intensificato il lavoro quotidiano sul grande repertorio, accresciuto li impegni internazionali, ampliato la rosa dei direttori, elevato i criteri di selezione. All’interno di quel suono omogeneo e distinto, tipicamente “scaligero”, duttilità e morbidezza sono le caratteristiche principali di una strumentalità che trae dalla velocità di risposta, tipica del teatro musicale, una speciale ricchezza anche al linguaggio sinfonico.



La storia e le produzioni

L’attuale compagnia di balletto del Teatro alla Scala vanta un passato glorioso le cui radici affondano nei secoli precedenti alla settecentesca inaugurazione, nel 1778, del più celebre teatro musicale del mondo, che è tuttora la sua sede. Illustri coreografi, come Jean-Georges Noverre e Gasparo Angiolini, i riformatori del ballet d’action, o “il sommo” Salvatore Viganò, idolatrato da Stendhal per i numerosi coreodrammi presentati a Milano tra il 1811 e il 1819, esercitarono una grande influenza sul balletto europeo prima ancora della fondazione, nel 1813, della Imperiale Regia Accademia di Ballo della Scala. Da qui Carlo Blasis, illustre ballerino, didatta e teorico, immise il balletto - che peraltro aveva avuto i natali proprio in Italia nel XV secolo -, nella temperie del Romanticismo, contribuendo all’innovazione tecnica del suo stile. Con Blasis studiarono le maggiori stelle dell’epoca come Carlotta Grisi, Fanny Cerrito (interprete, nel 1841 della seconda Silfide scaligera allestita da Antonio Cortesi su prestiti e inediti di Gioachino Rossini, Saverio Mercadante e Antonio Mussi), Lucine Grahn, Augusta Maywood, Amina Boschetti e soprattutto quelle  stelle scaligere, capaci, come Amalia Ferraris, Claudina Cucchi e Carolina Pochini di contendersi i favori del pubblico in Europa. In Russia Caterina Beretta e Virginia Zucchi anticiparono i successi di Carlotta Brianza, prima interprete di La Bella addormentata nel 1890 e Pierina Legnani (prima Odette/Odile nel Lago dei cigni di Petipa/Ivanov del 1895), mentre il grande didatta Enrico Cecchetti, che lì si era stabilito, vi proiettò l’insegnamento italiano della tecnica accademica e, attraverso i Ballets Russes di Sergej Djagilev  cui si unì, la fece lievitare nel nuovo secolo. Cecchetti, che aveva debuttato alla Scala nel 1871, vi fece ritorno anche nel 1881 per Excelsior di Luigi Manzotti, Romualdo Marenco e Alfredo Edel. Questo ballo del progresso, il più fortunato dei “balli grandi” allestiti dal Manzotti, fu rappresentato e riprodotto per oltre trent’anni in tutta Europa e negli Stati Uniti e viene considerato antesignano della rivista e del music-hall. La danza scaligera entrò così nel XX secolo in compagnia di saldi professionisti manzottiani come Raffaele Grassi e Giovanni Pratesi (autore, nel 1926, del Convento veneziano), ma anche di insigni coreografi legati ai Ballets Russes, come Michail Fokin (Shéhérazade, Cléopâtre, L’amore delle tre melarance) e Léonide Massine (che nel 1950 scelse Luciana Novaro per il debutto della sua Sagra della primavera). Essi si incaricarono di adattare al gusto scaligero le novità apportate nella danza, nella musica e nella scenografia dalla celebre compagnia di Sergej Djagilev (ospite al Teatro Lirico nel 1920 e alla Scala nel 1927), contando sul talento di Ettorina Mazzucchelli, Teresa Battaggi, Rosa Piovella Ansaldo, Attilia Radice, Ria Teresa Legnani, Vincenzo Celli, Gennaro Corbo e Cia Fornaroli (interprete, nel 1926, della prima esecuzione milanese di Petruška a cura di Boris Romanoff; sul podio il compositore, Igor Stravinskij). La Scuola di Ballo, nella quale si erano formati tutti questi interpreti eccellenti, era stata affidata nel 1921, dopo la chiusura nel periodo bellico, alla celebre didatta russa Olga Preobrajenska, quindi a Nicola Guerra e infine a Cecchetti, sino al 1928, l’anno della sua scomparsa. Dalla Mitteleuropa della danza libera e espressionista giunsero alla Scala, tra gli anni Trenta e Quaranta, Max Tarpis, Margherita Wallmann, già collaboratrice di Max Reinhardt al Festival di Salisburgo, e soprattutto Aurel Milloss. Proprio a questo artista di formazione anche accademica e coreografo alla Scala, nel 1942, del Mandarino meraviglioso (musica di Béla Bartók, scene e costumi di Enrico Prampolini), Arturo Toscanini diede l’incarico di riallacciare le file disperse della compagnia scaligera dopo il secondo conflitto mondiale. Milloss (poi direttore del Ballo a più riprese), affiancò alle molte stelle femminili, come Nives Poli, Bianca Gallizia, Milly Clerici, Edda Martignoni, Wanda Sciaccaluga, Elide Bonagiunta e in seguito Olga Amati e la Novaro, nuovi elementi maschili come Ugo Dell’Ara, Giulio Perugini, Mario Pistoni, Walter Venditti e il più giovane Amedeo Amodio. Per il suo repertorio volle grandi musicisti (Petrassi, Dallapiccola) e insigni scenografi e pittori (Casorati, Sassu), ma anche ospiti illustri come George Balanchine che per la prima volta allestì con un corpo di ballo italiano Ballet Imperial (1952), Il bacio della fata (1953), Palais de cristal (1955), Concerto barocco (1961), I quattro temperamenti (1962) e Orfeo (1964). Negli anni Cinquanta e Sessanta la Scala divenne un palcoscenico aperto ai più bei nomi del panorama coreutico. Tra i coreografi: Roland Petit vi debuttò nel 1963 (Le Jeune homme et la Mort, Le Loup, La chambre e Les demoiselles de la nuit), ai talenti interni alla compagnia - Vera Colombo, Fiorella Cova, Gilda Majocchi, Elettra Morini, Giuliana Barabaschi - si unirono molte stelle ospiti come Yvette Chauviré, Margot Fonteyn, Ludmilla Tchérina, Jean Babilée, Tamara Toumanova , Galina Ulanova, Alicia Markova, Maja Plisetskaja e Rudolf Nureyev che diede inizio, nel 1965, (in Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan) a una strettissima collaborazione con il Teatro milanese. Vi allestì La Bella addormentata nel bosco (1966), Lo schiaccianoci (1969), Paquita (1970), Don Chisciotte, Romeo e Giulietta (1980), Il lago dei cigni (1990) sempre affiancato da ballerine invidiate nel mondo, come Liliana Cosi, che divenne étoile del Teatro nel 1970 e Carla Fracci, interprete romantica per eccellenza e grande tragédienne cui John Cranko, nel 1958, aveva già destinato il ruolo protagonista nel Romeo e Giulietta (musica di Prokof’ev) tenuto a battesimo, proprio dal complesso scaligero, al Teatro Verde dell’isola di San Giorgio, a Venezia. Da allora e per oltre quarant’anni, Carla Fracci è stata la stella assoluta del Teatro; innumerevoli le creazioni pensate espressamente per lei, come La strada di Nino Rota e Mario Pistoni (1966), anche autore di Ritratto di Don Chisciotte con scene e costumi di Lucio Fontana, e Francesca da Rimini (1967) e, tra l’altro, di un Mandarino meraviglioso (1966) in cui si mise in mostra il talento moderno della futura étoile Luciana Savignano,  più volte partner di Paolo Bortoluzzi e prediletta da Maurice Béjart. Il grande coreografo che ha segnato il repertorio scaligero di ieri con la Nona Sinfonia di Beethoven, L’Uccello di fuoco, Le marteau sans maître, Bolero, Bakhti, e Le Martyre de Saint Sébastien ma anche di oggi con il ripristino di Bolero per Sylvie Guillem (2002) e di Le Sacre du printemps (2004). Negli anni Settanta-Ottanta le file del Ballo scaligero, - capitanate oltre che dalla Savignano, dalle altre étoile Anna Razzi e Oriella Dorella -, spiccavano nelle coreografie di Nureyev, Cranko e Martinez (Coppélia) ma anche di Pistoni e Amodio (L’aprés-midi-d’un faune, Ricercare a nove movimenti, Oggetto amato) e nell’effervescente “nuovo” Excelsior con la regia di Filippo Crivelli e l’adattamento musicale di Fiorenzo Carpi, allestito da Ugo Dell’Ara nella stagione del Bicentenario (poi ripreso a cavallo del terzo millennio e ancora con grande successo al Théâtre National de l’Opéra di Parigi, nel 2002). Con Jiří Kylián (Sinfonia in re e La cathédrale engloutie), Birgit Cullberg (Signorina Giulia), Jerome Robbins (Après midi d’une faune, Les Noces), ancora Petit (The Marriage of Heaven and Hell, Proust, ou Les intermittences du coeur, L’Angelo azzurro), Louis Falco (The Eagle’s Nest), Joseph Russillo (La leggenda di Giuseppe e Lieb und Leid, entrambi con le scene di Luigi Veronesi e i costumi di Gianni Versace) si affacciano nuove leve di interpreti e all’orizzonte compare una nuova, grande tragédienne: Alessandra Ferri. Cresciuta alla Scuola scaligera e perfezionatasi a quella del Royal Ballet di Londra, la Ferri tornò al Piermarini per un Lago dei cigni a firma Franco Zeffirelli (1985) per poi diventare, nel 1992, prima ballerina assoluta della Scala, legando il proprio nome, ormai celebre nel mondo, a una lunga serie di debutti sino a La Dame aux camélias di John Neumeier, l’importante titolo del suo addio alle scene, nel marzo 2007.
Negli anni Novanta la valorizzazione di Roberto Bolle e Massimo Murru - entrambi frutti della Scuola e poi della compagnia del Teatro di cui oggi sono étoiles - ha velocemente ripristinato anche gli storici primati maschili del balletto italiano. Bolle è il danseur noble più amato e richiesto nel mondo. Interprete dei classici del repertorio sin dalla fine degli anni Ottanta, è stato partner assiduo della Ferri e oggi con Svetlana Zakharova, diventata étoile della Scala nel 2007, costituisce una delle coppie più affascinanti della scena coreutica. Massimo Murru, danzatore di propensione classico-moderna, si è fatto amare sui palcoscenici internazionali,  spesso in coppia con Sylvie Guillem, presenza assidua alla Scala, sin dal 1987 (quando comparve accanto a Nureyev) e coreografa proprio per il complesso scaligero di una versione di Giselle (2001) portata anche al Covent Garden.Nella tradizione scaligera le ospitalità sono sempre state un valore aggiunto. Grazie a Vladimir Vassiliev, Gheorghe Iancu, Maximiliano Guerra, José Manuel Carreño, Laurent Hilaire e Manuel Legris, Tamara Rojo e Darcey Bussell e ancora a Diana Vishneva, Denis Matvienko, Alina Cojocaru, Robert Tewsley, Guillaume Côté, Aurélie Dupont, Leonid Sarafanov, Julie Kent, Lucia Lacarra e Polina Semionova è stato possibile quel consolidamento del repertorio romantico-accademico cui hanno puntato tutte le direzioni artistiche (Giuseppe Carbone, Elisabetta Terabust, Frédéric Olivieri e ancora Terabust), precedenti all’insediamento, nel gennaio 2009, di Makhar Vaziev, per tredici anni già alla testa del Balletto Kirov del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Oggi il repertorio della compagnia mantiene il primato della varietà: affianca a Il lago dei cigni (anche nella versione di Vladimir Bourmeister), Giselle, La Bella addormentata, Lo schiaccianoci, Don Chisciotte, La bayadère (nella versione di Natalia Makarova), La Sylphide (da Taglioni a firma Pierre Lacotte), Coppélia (nella versione di Derek Deane) i titoli più importanti di Balanchine come Apollo o Sogno di una notte di mezza estate del 1962, di cui solo la Scala in questi anni detiene i diritti in Europa. Contempla creazioni di autori italiani come Amodio, Fabrizio Monteverde, Jacopo Godani, anche molto famosi nel mondo come Mauro Bigonzetti (attivo al Piermarini dal 1994) e firme internazionalmente accreditate come quelle del franco-albanese Angelin Preljocaj (Annonciation, La Stravaganza, Le Parc), degli inglesi Christopher Wheeldon (Polyphonia) e Wayne Mc Gregor (il Corpo di Ballo danzò nella sua Dido and Aeneas). Include i “classici” di Kylián (Symphony of Psalms, Petite Mort, Sechs Tänze e Bella Figura nel 2009), John Neumeier (Daphnis et Chloé e Now and Then oltre a La Dame aux camélias), Mats Ek (la sua versione di Giselle), Forsythe (In the Middle, Somewhat Elevated) e quelli della modernità storica americana (Alvin Ailey, Agnes de Mille, Paul Taylor, Antony Tudor e Glen Tetley con il debutto, nel 2009, di Voluntaries) ed europea (il Petit di Tout Satie, Carmen, Chéri, Il pipistrello ma anche del Pink Floyd Ballet, il Béjart di La Sagra della primavera). Negli ultimi anni il Balletto della Scala ha incrementato la propria visibilità internazionale e nazionale, con debutti all’Opéra di Parigi, negli Stati Uniti, al Bol’šoj di Mosca, al Teatro Mariinskij-Kirov di San Pietroburgo, in Germania, Turchia, Brasile, Spagna, Messico e, tra l’altro, in Cina. Grazie alla garanzia dell’appeal espressivo, tecnico e interpretativo di Svetlana Zakharova, Roberto Bolle, Massimo Murru, i tre nomi di punta legati al Teatro, degli ospiti, dei primi ballerini, dei solisti di fresca nomina  ma anche dei tanti ballerini di fila spesso scelti per ruoli di rilievo, la direzione di Makhar Vaziev ha optato, con fermezza, su precise linee-guida artistiche. Rafforzare il più tonico e autorevole repertorio formalistico del Novecento, come “tradizione del nuovo” in ambito ballettistico; riprendere i necessari classici di tradizione; offrire chance creative a giovani coreografi; richiamare i grandi direttori sul podio della danza, sia come ulteriore attrattiva, sia come segno inequivocabile di quell’eccellenza musicale che il Teatro alla Scala merita anche nelle produzioni coreutiche. All’indomani di una stagione ereditata da Elisabetta Terabust, la direttrice uscente, e illuminata soprattutto da Pink Floyd Ballet di Roland Petit - successo internazionale, e decretato dal pubblico più giovane - ecco una Serata Béjart diretta da Daniel Harding: l’inaugurazione della stagione 2009-2010. Tra L’Oiseau de feu e Le Sacre du printemps, il ritorno del mahleriano Chant du compagnon errant, da tempo assente dal palcoscenico del Piermarini, è stato salutato con grande favore, e ripreso nel Gala des Étoiles della stagione successiva. E se Don Chisciotte (versione Nureyev), Romeo e Giulietta (versione MacMillan) e Onegin (John Cranko) hanno mostrato ospiti ancora sconosciuti, come Natalia Osipova, Alexander Volchkov e  Maria Eichwald, con Roberto Bolle e Massimo Murru al loro debutto nel corrusco ruolo del titolo di Cranko, un Trittico Novecento e una speciale Serata Forsythe hanno manifestato con evidenza le scelte del nuovo direttore. Infatti, nel triple-bill del maggio-giugno 2010, Balletto imperiale e Il Figliol prodigo di Balanchine si sono affiancati alla novità Immemoria di Francesco Ventriglia, su musica di Dmitrij Šostakovič, un successo che ha senz’altro contribuito a far spiccare il volo del giovane ballerino-coreografo. Nella Serata Forsythe, ultimo titolo d’autunno, sia il folgorante Artifact Suite, su musica di Bach e di Eva Crossman-Hecht, sia Herman Schmerman, su musica di Thom Willems, sono entrati nel repertorio scaligero, accanto all’ormai celeberrimo e consolidato In The Middle, Somewhat Elevated, mentre la nuova stagione 2010-2011 apriva i battenti con Il lago dei cigni (versione Nureyev), nel centenario della morte di Marius Petipa. Non si è certo trattato di un Lago qualunque: l’incontro di Alina Somova, nuova star russa, ma soprattutto la bacchetta di Daniel Barenboim, l’hanno reso memorabile. Nella stessa stagione un gran regalo è stato riservato alla Scala: il ritorno di Sylvie Guillem in L’Histoire de Manon, in coppia con il prediletto Massimo Murru; nel ruolo del titolo una nuova guest: Olesia Novikova, ottima entrée in un balletto molto amato. Nel corale L’altro Casanova, Polina Semionova accarezzava il libertinaggio al femminile (accanto a Gabriele Corrado) di una novità iscritta su un arco di musiche fluttuante dal ‘700 al ‘900 e affidata allo scaligero Gianluca Schiavoni e al drammaturgo Andrea Forte. Nel maggio 2011, un primato senza precedenti in Italia: il debutto dell’intera partitura coreografica di Jewels di Balanchine (Emerals, Rubies e Diamonds), ospiti Somova, Semionova, Sarafanov, ma anche il canadese Guillaume Côté. E a seguire un titolo non meno rilevante che mobilita l’intera compagnia e i suoi nomi più giovani in un’entusiasmante sfida: la ricostruzione coreografica e registica di Raymonda da Marius Petipa, a cura di Sergej Vikharev, e su musica di Aleksandr Glazunov. Un classico del 1898, anzi l’ultimo grande titolo del repertorio imperiale, mai entrato, prima d’ora, nel repertorio scaligero, onorato dalle sue étoile interne e esterne. Il debutto di Excelsior, nel dicembre 2011, al rinnovato Teatro Bol’šoj di Mosca, - l’edizione, ormai storica, è sempre quella del 1967, con la coreografia di Ugo Dell’Ara, la regia di Filippo Crivelli e le incantevoli scene di Giulio Coltellacci - impone lo slittamento a gennaio dell’inizio della stagione 2011-2012. D’altra parte è in gioco il recupero della tradizione italiana, strettamente legata a un Leitmotiv non meno caro a Vaziev rispetto agli  altri “punti forti” della sua direzione: l’idea di una presenza sempre più massiccia del Corpo di Ballo scaligero all’estero. Nel 2012 tante novità: il ritorno, dopo la maternità, di Svetlana Zakharova, prima in Giselle, poi in Marguerite and Armand di Frederick Ashton, in un dittico che segnala anche Concerto DSCH di Alexei Ratmansky, sul Concerto n° 2 in Fa mag. Op. 102 di Dmitrij Šostakovič, il cui nome, in Germania viene abbreviato usando quattro note musicali: appunto, DSCH. Infine, prima di Onegin, e del ritorno di Raymonda, nell’ottobre 2012, una sfida, affidata a Martha Clarke. Poliedrica coreografa e regista americana, è lei a portare alla Scala, in L’altra metà del cielo, una novità ancora una volta rivolta ai giovani, la musica nientemeno che di Vasco Rossi.


 Marinella Guatterini



Il Direttore

Makhar Vaziev

Nato nel 1961, a Alagir, nell’Ossezia Nord, sulle montagne del Caucaso, al confine russo con la Georgia (nome originale Makharbeq, secondo un’antica indicazione nobiliare osseta), Makhar Vaziev è entrato all’Accademia “Agrippina Vaganova” dell’odierna San Pietroburgo nel 1973, nella classe di Jurij Umrikin, e si è diplomato nel 1981. Già a partire dal 1979 ha cominciato a danzare con il Balletto del Kirov, in cui è stato ufficialmente ingaggiato nel 1981, dopo il diploma. Nel 1986 è stato nominato Primo ballerino e nel 1989, Principal dancer.Il suo repertorio include oltre venti balletti, tra i quali La Sylphide (James), Giselle (Albrecht), Il Corsaro (Alì), La bayadère (Solor), Il lago dei cigni (Siegfrid), La Bella addormentata (principe Désiré), Lo schiaccianoci (Principe), Raymonda (Abderachman), Don Chisciotte (Basilio), Chopiniana (Poeta), Shéhérazade (Schiavo d’oro), Carmen (Don José).Dall’aprile 1995 al marzo 2008 Makhar Vaziev ha diretto il Balletto Kirov del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. In questi tredici anni il repertorio della compagnia, considerata “la casa di Marius Petipa”, è stato considerevolmente ampliato sino a includere opere contemporanee. Sono stati allestiti balletti dei maggiori coreografi del XXI secolo, tra cui: George Balanchine (Il figliuol prodigo, Apollo, Tema e Variazioni, Jewels, I quattro temperamenti, Serenade, La Valse), Hans van Manen, John Neumeier, William Forsythe, Harald Lander (Ėtudes) e Kenneth MacMillan, oltre a coreografie di Pierre Lacotte (Ondine) e David Dawson (Reverence).Inoltre sono stati ricostruiti alcuni balletti di Marius Petipa, sulla base degli originali in notazione Stepanov, conversati presso la Sergeev Collection di Harvard, negli Stati Uniti. Tali ricostruzioni sono state affidate alle cure del coreologo Sergej Vikharev, come La Bella addormentata (1999), La bayadère (2002), secondo la versione allestita da Petipa nel 1900 e Il risveglio di Flora (2007). Grande l’impulso anche alla coreografia dell’ultima generazione di coreografi russi, tra i quali Aleksej Ratmanskij, Aleksej Mirošničenko e Kirill Simonov.Hanno così debuttato al Mariinskij Cenerentola di Ratmanskij, Lo schiaccianoci (produzione di Michail Šemjakin, coreografia di Simonov), La noce magica (ancora produzione di Semjakin e coreografia di Donvena Pandourskij) oltre a Il cappotto da Gogol e L’età dell’oro, entrambi per la coreografia di Noah D. Gelber. Ma sono da annoverare anche Les Noces (Bronislava Nijinska), La Sagra della primavera nella versione tratta dall’originale di Vaslav Nijinskij di Millicent Hodson e Kenneth Archer e il trittico Metaphysics. La mite. La sagra della primavera con coreografie della Pandourskij.Dal 1995 al 2008 il Balletto Kirov del Teatro Mariinskij si è esibito al Covent Garden e al Coliseum Theatre di Londra, al Lincoln Center di New York, al Kennedy Center di Washington, al Teatro Colón di Buenos Aires, al Teatro Real di Madrid e in vari teatri di Tokyo e Hong Kong, oltre che al Bol’šoj di Mosca e in diversi teatri italiani. Nel 2001 è nata l’idea e l’organizzazione del Festival Internazionale del Balletto del Teatro Mariinskij che da allora coinvolge i migliori danzatori del mondo. Ma è soprattutto importante la nuova generazione di ballerini emersa in questi tredici anni, tra i quali: Ul’jana Lopatkina, Diana Višnëva, Dar’ja Pavlenko, Viktoria Terëškina, Olesja Novikova, Evgenija Obratsova, Alina Somova con Igor’ Kolb, Andrian Fadeev, Leonid Sarafanov, Vladimir Škljarov.Nominato Artista Emerito della Russia nel 2002, Makhar Vaziev è stato insignito del premio “Spirit of Dance 2002” nella categoria “Knight of Dance”.


Le sale del Museo

SI ENTRA AL MUSEO

Ci accolgono gli strumenti musicali: dal virginale dipinto da Guaracino nel 1667 per passare ad alcuni esemplari di salterio, liuti, lira-chitarra fino al fortepiano di Sommer appartenuto a Verdi. Intorno agli strumenti, sulle pareti, un dipinto del Baschenis, del '600, posto sopra la vetrina quadro-vivente di strumenti antichi. E poi il busto di Verdi, scolpito da Gemito nel 1874 e sopra di lui, quasi un filo storico che lega due protagonisti scaligeri, il ritratto del Piermarini, l'architetto che su incarico dell'imperatrice Maria Teresa progettò il Teatro alla Scala.

STRUMENTI MUSICALI

Il dipinto di Evaristo Baschenis Strumenti musicali, olio su tela, rappresenta una natura morta di strumenti musicali posizionati con ricercata eleganza su un tavolo ricoperto da un tappeto di provenienza orientale. Gli strumenti sono cinque: un liuto, una chitarra, un violino con archetto, una mandola e una spinetta. Gli altri oggetti sono una cassetta in legno, un libro, due spartiti musicali e un frutto. Il tutto, accostato con grande attenzione al gioco dei volumi, viene valorizzato da un'onda di luce che scivola sinuosa sulla rotondità delle casse ed esalta il fascino di questi oggetti antichi messi ad arte 'per caso' e ravvivati dalla presenza della frutta che non manca mai nei dipinti del pittore bergamasco.

UNA RARA SPINETTA

Una spinetta del '600 con una scritta ammonitrice sopra la tastiera. Una scritta in latino che dice a chiunque s'avvicini: "Mano inesperta non mi toccare". Una committenza privilegiata? Onofrio Guaracino, il costruttore, fu attivo a Napoli nella seconda metà del Seicento. Ma un'altra preziosità riserva questo strumento: il coperchio della cassa dipinto nel 1669 da Angelo Solimena, grande pittore salernitano. Proprio da questa raffigurazione si può avanzare l'ipotesi che la spinetta sia stata realizzata per un personaggio femminile, cui si riferisce il tema biblico della figura eroica di "Giuditta che mostra la testa di Oloferne", accolta dal corteo di donne musicanti.

L'ARCHITETTO DELLA SCALA

Giuseppe Piermarini, qui nel ritratto di Martino Knoller, è l'architetto della Scala. Quando nel 1776 bruciò il Teatro Ducale, all'interno del palazzo di Corte, in piazza del Duomo, lavorava a Milano da alcuni anni. Il dipinto ce lo mostra con in mano uno degli strumenti del suo lavoro, il compasso. In quel periodo il Piermarini era attivissimo a Milano: stava riammodernando il Regio Ducal Palazzo, progettava il Teatro Grande alla Scala, inaugurato nel 1778, realizzava quello che successivamente si chiamerà Teatro Lirico, il Palazzo Belgioioso e la Villa Reale di Monza, ristrutturava il cortile del palazzo di Brera. Nella progettazione della Scala il Piermarini si attenne a criteri di massima funzionalità con spazi accessori per botteghe, sale da pranzo e da gioco e servizi igienici; non che un'adeguata dotazione tecnologica per il palcoscenico. La scelta innovativa della forma a ferro di cavallo per la sala era ritenuta all'epoca la migliore per l'acustica.

LA COMMEDIA DELL'ARTE

Ecco la sala della Commedia dell'Arte. Il Teatro drammatico tra Cinquecento e Settecento: gli attori improvvisano mescolando recitazione, acrobazie e canto. Le incisioni di Jacques Callot documentano questa vitalità scatenata del teatro di piazza. La collezione di porcellane di soggetto teatrale e musicale provenienti da varie manifatture europee: Capodimonte, Doccia a Meissen, Chelsea, Sèvres. Fantasia, vivacità, bellezza cromatica e realismo di scene vissute. Completano la sala due vetrine a tavolo con piccoli strumenti musicali (fra i quali un flauto di cristallo) e alcuni esemplari rarissimi di medaglie di artisti e compositori, coniate per il Museo.

PREZIOSE CERAMICHE

Fra i tesori del Museo la scintillante collezione di ceramiche, di diverso pregio ma tutte aventi attinenza diretta con il teatro. Sono 170 pezzi, quasi tutti provenienti dall'originaria collezione Sambon. Testimonianze della tradizione teatrale, di una comunicazione artistica miniaturizzata. Soggetto ispiratore dominante è la Commedia dell'Arte, con le maschere, i gruppi in movimento, oppure i suonatori raffigurati con la particolarità di strumenti popolari rari o di maschere lanciate nel ritmo della danza. La produzione di porcellane dure in Europa nasce verso il 1710 in Sassonia, a imitazione della ceramica cinese e giapponese importata dalla Compagnia delle Indie.

LE PRIMEDONNE DEL BELCANTO

Siamo nell'empireo del belcanto. Si affacciano alle pareti le primedonne dell'età d'oro di Milano e della Scala. La sontuosa Isabella Colbran (prima moglie di Rossini nel 1822) ispirata con peplo e lira della Saffo di Mayr: Di fronte Maria Malibran sboccia dal costume color rubino della Desdemona rossiniana, idolo della Scala nelle stagioni 1834-35-36. Giuditta Pasta, ventenne, sospira ai "palpiti" del Tancredi o domina nella maestà sacerdotale della Norma di cui fu la prima interprete alla Scala nel 1831. Nella sala dell'esedra (dalla forma della stanza) ricordiamo anche il busto in marmo del coreografo Salvatore Vigano (1769-1821) che diede nel tempo glorioso delle opere di Rossini e delle fastose scenografie di Alessandro Sanquirico, il primo segno di grandezza agli spettacoli della Scala.

GIUDITTA PASTA

Una grande cantante, nel ritratto di Gioacchino Serangeli. Lombarda, di Saronno, Giuditta Negri Pasta nasce nel 1797. Nel 1816 sposa l'avvocato Giuseppe Pasta, che è anche tenore nelle due opere con cui Giuditta esordisce a Milano al Teatro Filodrammatici. Milano resterà sempre la radice culturale e affettiva di una cantante che sviluppò la sua arte in tutta Europa. Il suo debutto operistico alla Scala avviene con Norma di Bellini nel 1831: accolta con insuccesso alla prima ( a causa di una sua stanchezza fisica) risorse nelle recite successive. La sua interpretazione, ora estatica ora lunare ora piena di slanci roventi, resterà per sempre nella storia del canto.

NELLA QUADRERIA

Nella Quadreria (come viene chiamata questa stanza) si affollano ritratti di artisti dell'Ottocento accomunati dall'appartenenza scaligera. Al centro il famoso dipinto dell'Inganni con la Scala illuminata dal sole e ancora (siamo nel 1852) affacciata su una via stretta perché solo nel 1858 la sistemazione urbanistica aprì la piazza davanti al Teatro. La parete di destra è tutta verdiana. Un ritratto del compositore eseguito da Achille Scalese, le due mogli Margherita Barezzi e Giuseppina Strepponi, l'impresario Bartolomeo Merelli, che offrì al giovane Verdi il libretto e l'occasione di rappresentare alla Scala Nabucco. Sotto il ritratto di Verdi la spinetta che il suocero Antonio Barezzi regalò a Verdi nel 1832 a Busseto.

GIUSEPPE VERDI

Il ritratto severo di Achille Scalese mostra un Verdi quarantacinquenne, aitante, volitivo, lo sguardo un po' corrucciato spinto lontano. Quante volte Verdi s'arrabbiò con la Scala! Deluso da esecuzioni affrettate, mai contento durante le prove per le luci, per i cantanti, per le messinscene che non corrispondevano alle sue disposizioni precise e pignole. Eppure la sua vita musicale, la sua arte sono legate "indissolubilmente" a questo Teatro dal debutto trionfale di Nabucco e poi (nonostante un'assenza di 24 anni) fino agli ultimi tre grandi capolavori: Simon Boccanegra, Otello e Falstaff

CANTANTI - ATTRICI

Altra grande cantante attrice, nella seconda metà dell'Ottocento, fu Adelina Patti (nella foto il primo quadro a destra), primadonna alla Scala nelle stagioni 1877 e 1878. "Quando la sentii la prima volta (aveva 18 anni)-scrive Verdi- a Londra, restai stupito non solo della meravigliosa esecuzione, ma di alcuni tratti di scena in cui si rivelava una grande attrice". Le vetrine in questa sala come nelle precedenti concentrano un sacrario di memorie preziose e intime (come i ritratti in miniatura che gli artisti donavano o portavano con sé in viaggi lontani), reliquie (come un ciuffo di capelli di Mozart), gioielli e oggetti di scena, omaggi principeschi come lo spadino appartenuto a napoleone I, offerto a Giuditta pasta, protagonista di Tancredi a Parigi nel 1823.

VETRINE DI MEMORIE

Piccole sale-passaggio con vetrine contenenti oggetti della Collezione originaria di Jules Sambon, messa all'asta a Parigi nel maggio 1911 e divenuta poi parte fondante del Museo Teatrale alla Scala. Busti e statuette in bisquit bianco raffiguranti celebri musicisti o personaggi teatrali. Cimeli verdini con la maschera funeraria e il calco della mano destra del Maestro. Cartella-scrittoio con calamaio e penne, portaposta , mazzo di carte, dizionario francese-italiano: tutti oggetti trovati nella camera dell'Hotel Milan alla morte di Verdi.

UNA FIGLIA D'ARTE

Eleonora Duse: una figlia d'arte. Nasce a Vigevano da genitori commedianti, d'origine veneta. Debutta a cinque anni come Cosetta ne I miserabili di Victor Hugo. Vive la vita randagia delle Compagnie di grandi attori in Italia, Europa, America. E' attirata progressivamente dagli autori veristi, dal teatro di D'Annunzio e di Ibsen. Creatura inquieta che continuamente si interroga sul senso delle cose e sulla spontaneità della sua insuperabile arte drammatica. Ammirata dagli autori per la sua intensità interpretativa, ebbe lunghe e tormentate relazioni con Arrigo Boito e con Gabriele D'Annunzio.

IL NOVECENTO

Eccoci nella sala del Novecento. Lodovico Pogliaghi e Adolf Hohenstein fissano le ultime ore di Verdi morente (27 gennaio 1901). Tre generazioni degli editori Ricordi hanno accompagnato la lunga carriera del compositore: Giovanni il fondatore della Casa (che portò la bottega sotto i portici di via Filodrammatici e gli uffici proprio in questi locali del nostro Museo), Tito e suo figlio Giulio.
I direttori. Arturo Toscanini, riformatore e organizzatore della Scala moderna, dal 1898, nominato concertatore e direttore permanente, all'Ente Autonomo nel 1921, alla riapertura della Scala ricostruita nel 1946, con un'intermittenza tempestosa di rotture e separazioni. E infine gli interpreti: da Rosina Storchio, a Claudia Muzio, a Tamagno, Caruso, pertile, fino a Maria Callas.

GIACOMO PUCCINI

Per tutto il Novecento si replicarono alla Scala centinaia di volte con grande predilezione popolare le opere di Giacomo Puccini, qui ritratto da Arturo Rietti nel 1906. La sua ultima opera Turandot andò in scena alla Scala il 25 aprile 1926. Puccini non riuscì a terminarla, inquietamente alla ricerca di un finale lieto e trionfale per una fiaba sanguinaria. La sera della 'prima', alla morte di Liù, Toscanini annunciò dal podio che a quel punto della composizione Puccini era morto, e pertanto troncò l'esecuzione. Il teatro di Puccini che offre in musica una conversazione borghese antieroica con una strumentazione modernissima, espresse genialmente il mondo della Scala e del XX secolo.

ARTURO TOSCANINI

Arturo Toscanini arrivò alla Scala nel 1887, come violoncellista. Quattro anni dopo vi ritornava come direttore di quattro entusiasmanti concerti. E nel 1898 veniva chiamato ad inaugurare la stagione con I maestri cantori di Norimberga di Wagner. Via via esaltato sempre più dal pubblico, predicava ed attuava la piena fedeltà agli autori. Costruì un nuovo modo di ascoltare l'opera non cedendo ai capricci dei cantanti e dando anche alla parte scenica una importanza sostanziale. Fu l'artista che si legò alle due riforme decisive del Teatro alla Scala: quella del 1898, con la gestione di Guido Visconti di Modrone, democratizzando un teatro fino ad allora dominio incontrollato dei proprietari dei palchi, e la trasformazione nel 1921 in Ente Autonomo. Abbandonò l'Italia, in volontario esilio, nel 1929, contro il regime fascista. Nel 1946 tornò, a furor di popolo, nella Scala ricostruita dopo la guerra.

LE SCENOGRAFIE

Salendo al secondo piano del Museo si ritorna, per un attimo, indietro nel tempo. Siamo nella sala delle scenografie e delle memorie storiche legate alla avventura artistica della Scala. Bozzetti, disegni e incisioni dal Seicento all'Ottocento. Al centro la stampa con il Regio Ducal Teatro di Milano. Nei tavoli-vetrine gli Album con le scene del Sanquirico, un campionario di incisioni su disegni del Piermarini per la costruzione della Scala nel 1778, il bozzetto in terracotta del Franchi per il timpano della facciata, il primo sipario di Donnino Riccardi, con l'argomento proposto dal poeta Parini, l'elenco manoscritto dei proprietari dei palchi, il libretto originale dell'opera che inaugurò la Scala nell'agosto 1778, Europa riconosciuta, di Antonio Salieri.

DAL DUCALE ALLA SCALA

Questa stampa su carta di Marc'Antonio del Re mostra l'interno del Teatro Ducale nel 1742. A Milano un teatro fisso esisteva fin dagli ultimi anni del Cinquecento all'interno del Palazzo Ducale nell'ala prospiciente l'attuale via Rastrelli (di fianco a piazza del Duomo). Prese il nome di Salone Margherita per festeggiare la sosta a Milano di quella principessa austriaca che andava a Madrid sposa di Filippo III di Spagna. Una serie di devastanti incendi con successive ricostruzioni porta al Gran Teatro Ducale del 1717. Cinque ordini di palchi, un'aula sontuosa, uno sfolgorio di lumiere e di specchi, stucchi d'oro e d'argento, statue e colonne, sotto la protezione divina di Apollo che domina dagli affreschi del soffitto. Qui verranno rappresentate, tra l'altro, le prime tre opere di Mozart, Mitridate re di Ponto, Ascanio in Alba e Lucio Silla. Ma nella notte del 25 febbraio 1776, sabato grasso, un altro incendio distrusse completamente il teatro; qualcuno vi attribuì carattere doloso. Si decise un'immediata ricostruzione, questa volta al di fuori del regio Palazzo Ducale. I fondi furono rapidamente reperiti tramite l'interessamento dell'imperatrice Maria Teresa. Fu scelta l'area della fatiscente chiesa di Santa Maria della Scala: in soli due anni dal 1776 al 1778 i milanesi riebbero il loro Teatro d'opera: la Scala.

L'ULTIMA SALA

E' l'ultima sala del Museo: una sosta accogliente dopo la visita e la possibilità di piccole occasioni-concerto attorno al pianoforte appartenuto a Franz Liszt, che suonò alla Scala nel 1838. La barca dei comici su cui Carlo Goldoni giovinetto fuggì nel giugno 1721 dagli studi a Rimini verso il teatro, era il capoletto del critico e commediografo Renato Simoni che donò il quadro insieme alla sua collezione di oggetti teatrali e al patrimonio di 37.000 libri e manoscritti che forma la Biblioteca Teatrale Livia Simoni, aperta nel 1954, unica al mondo anche per il nucleo dei manoscritti musicali e documenti già dell'Archivio del Museo. La Biblioteca che negli anni si è sempre più arricchita di volumi sino a raggiungere il numero di 140 mila libri è ora consultabile al secondo piano del Museo Teatrale.

GIOCHI DI SOCIETA'

Nei ridotti dei teatri, di giorno e di sera, si giocava: a carte, a dadi, alla roulette e altro. E così fu anche alla Scala, fina dalla sua inaugurazione. Già nel dicembre del 1778, a pochi mesi dall'apertura del teatro, l'arciduca Ferdinando d'Austria dovette emanare un editto in cui si vietavanouna serie di giochi d'azzardo; ma le deroghe e le eccezioni furono subito numerose, anche perché gli introiti per il Teatro erano ingenti. Lo stesso Alessandro Manzoni frequentava in gioventù il ridotto della Scala, attirato da quei giochi.Un giorno il poeta Vincenzo Monti lo vide al tavolo della roulette e lo rimproverò. Molto diffusi erano anche quei giochi di società con percorsi a caselle in cui si avanza tirando i dadi, nel tentativo di giungere alla meta evitando tranelli e pericoli tipo il gioco dell'oca, la tombola, il biribissi, il mondo, la lotteria. La tavola da gioco qui illustrata è della seconda metà del XIX secolo è una raffigurazione in 16 caselle, cosmogonica e geografica, un itinerario attraverso terre lontane.


La biblioteca Livia Simoni



Alla sua nascita, nel 1913, il Museo stesso comprendeva una biblioteca di circa 10.000 volumi, in gran parte di critica, di storia teatrale, di partiture e biografie musicali.Nei primi anni cinquanta il lascito di Renato Simoni, di 54.000 volumi, incrementò le collezioni della biblioteca che, dalla data della successiva inaugurazione, prese il nome di “Livia Simoni”, in memoria della madre, per precisa volontà testamentaria.Seguirono negli anni la donazione dei libri di Ruggero Ruggeri e di Arnaldo Fraccaroli, che portarono la raccolta a dimensioni notevoli (oltre 150.000 volumi) e la posero tra le più importanti in Italia e nel mondo per il suo settore di competenza.Il volume più antico contiene le commedie di Plauto, stampate a Venezia da Lazzaro Soardi nel 1511. Le cinquecentine sono 363, spesso in edizioni di raro pregio; sono più di 400 le opere del Seicento, mentre ricchissima è la collezione di volumi dei secoli successivi. Alla biblioteca è annesso l’archivio, che comprende 2.255 bozzetti, 6.959 figurini, 3.000 locandine teatrali, 6.000 libretti d’opera, 10.300 lettere autografe di attori, registi, compositori e cantanti, 30 manoscritti musicali di opere complete (tra cui la Messa da Requiem di Verdi e il Tancredi di Rossini) e 300 fogli sparsi (con pagine di Verdi, Rossini, Donizetti, Puccini, Beethoven), 7.000 fotografie e 10.000 incisioni.La consultazione è su appuntamento.

La biblioteca è aperta dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 17 dal lunedì al venerdì, solo su appuntamento.
Tel: 02-88792088
e-mail: sartorio@fondazionelascala.it
Nella sala di consultazione è disponibile una postazione informatica per lo studio di manoscritti, manifesti e scenografie, che non saranno più resi disponibili in originale.
Visita la Foto Gallery della Biblioteca Livia Simoni



Laboratori-atelier Ansaldo

Un viaggio dietro alle quinte del Teatro alla Scala

I laboratori del Teatro alla Scala, prima dislocati nelle sedi di Bovisa, Pero, Abanella e nello stesso Piermarini, sono riuniti, dal 20 febbraio 2001, presso l'ex insediamento industriale delle acciaierie Ansaldo a Milano.Un'imponente struttura di 20.000 metri quadrati, divisa in tre padiglioni intitolati al regista Luchino Visconti, allo scenografo Nicola Benois e al costumista Luigi Sapelli (nome d'arte Caramba), capace di ospitare la maggior parte delle lavorazioni artigianali degli allestimenti scenici - scenografia, scultura, termoformatura, falegnameria, officina meccanica, assemblaggio scene, sartoria, elaborazione costumi, lavanderia. Uno spazio dove oltre ad essere custoditi più di 60.000 costumi di scena, sono presenti le sale prova per il coro e uno spazio scenico per le prove di regia perfettamente corrispondente al palcoscenico del Piermarini.Un patrimonio che esiste grazie al lavoro quotidiano degli oltre 150 addetti tra falegnami, fabbri, carpentieri, scenografi, tecnici di scenografia, scultori, sarte, costumiste che da un semplice bozzetto realizzano l'intero allestimento scenico. Con l'obiettivo di una più ampia condivisione di questo mondo di valori, la Scala ha deciso di aprire al pubblico i Laboratori Scala Ansaldo: un progetto articolato in visite guidate dove si può compiere un viaggio "nel dietro alle 
 
 

Padiglione Benois

Scenografia - Assemblaggio scene

Se in passato le scene erano realizzate prevalentemente su tela, oggi nei reparti di scenografia vengono sempre più utilizzati nuovi materiali. Una trasformazione che ha consentito agli scenografi di sviluppare una maggior conoscenza tecnica e realizzare elementi tecnologicamente complessi.
Mediamente in una stagione si realizzano quattro-sei nuovi allestimenti e si ripristinano dieci - quindici allestimenti di repertorio.

Falegnameria

È il reparto dove vengono realizzati i vari elementi scenici. La lavorazione mantiene tutte le caratteristiche di un antico artigianato: ogni manufatto ha le caratteristiche di un prototipo, di un prodotto unico. Tale compimento viene effettuato su disegno a scala 1:1.

Scenoplastica

In questo reparto vengono realizzate, oltre alle grandi statue, tutte le superfici che rivestono le scene, rocce, mattoni, alberi e ogni genere di elementi architettonici.

Padiglione Caramba

Sartoria - elaborazioni costumi - prova costumi

Con il trasferimento della sartoria nei laboratori Ansaldo, lo spazio laboratorio è aumentato del 300% consentendo una diversa organizzazione del lavoro. Tutti gli operatori affiancano il costumista nel passaggio dal momento progettuale a quello realizzativo passando attraverso le varie fasi lavorative con procedimenti artigianali. In una stagione si realizzano 800/1000 nuovi costumi e 1500 circa vengono ripresi e messi a misura dal repertorio del magazzino.

Magazzino Costumi

1400 armadi, distribuiti su una superficie di 1400 mq, in cui sono custoditi circa 60.000 costumi, appartenenti in media a 280 allestimenti, dal 1911 ad oggi.

Lavanderia

Ogni costume viene lavato nel passaggio dal magazzino alla sartoria prima dell'utilizzo in scena, e quindi di nuovo, dopo l'ultimo allestimento spettacolo.
 

Padiglione Visconti

Sale Prova Coro

Nel Padiglione Visconti vi sono due sale prove per il Coro e uno spazio scenico identico, come dimensioni, a quello del Teatro. Un palcoscenico dove si possono montare alcuni elementi scenografici o simulare l'ingombro per permettere ai registi di impostare i primi movimenti.

Sale per organizzazione eventi aziendali

Al centro delle attività dei Laboratori-Atelier Ansaldo è situato un nuovo spazio polifunzionale, di 1.200 metri quadrati, che offre alle aziende la possibilità di organizzare eventi, video conferenze, convegni e presentazioni.

Visita i Laboratori

Visite guidate ai Laboratori Ansaldo

Un programma di visite guidate aperto al pubblico dove si potrà conoscere il dietro alle quinte di ogni spettacolo scaligero: un servizio che è disponibile su prenotazione e viene gestito da guide specializzate con la collaborazione dei capi reparto dei Laboratori. Il percorso attraversa tutti i Padiglioni terminando nel Padiglione 36 dove, di volta in volta, potranno essere organizzati concerti, conferenze e mostre.

Laboratori Scala Ansaldo: Via Bergognone, 34 - 20100 Milano

Orari

Martedì e Giovedì

Gruppi e scuole:
dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 14 alle ore 16
Singoli: ore 15

Prezzi

Visita guidata in lingua italiana 100 €  (gruppi max 25 persone)
Visita guidata per scuole 70 € (gruppi max 25 persone)
Visita guidata in lingua straniera 120 € (gruppi max 25 persone)
Visita guidata per singoli 5 € a persona

Prenotazioni ed informazioni

CIVITA
Tel. 02/43353521
Fax 02/463917
e-mail: servizi@civita.it
Prenotazione obbligatoria






IL PROGETTO


Il numero sempre più elevato di studenti che frequentano i corsi e la volontà costante di garantire una formazione ai massimi livelli hanno ormai reso necessaria la pianificazione di un intervento di ristrutturazione degli ambienti dell'Accademia. Tale intervento prevede la riunione in un’unica sede, quella centrale di via Santa Marta, di tutti i Dipartimenti, spostando quindi la Scuola di ballo dalla sua attuale locazione in via Campo Lodigiano. L'accorpamento della Scuola persegue un duplice fine: aumentare il numero delle sale da ballo, che passano da 4 a 7, ingrandire gli spogliatoi, creare una biblioteca e gli uffici, e trasformare la vecchia sede in un convitto destinato ai ballerini dei primi corsi (11-14 anni). [Clicca sull'immagine qui sopra per visualizzare le sedi e il progetto di ristrutturazione di Campo Lodigiano e via Santa Marta.]  La struttura conterà 60 posti letto 3 aule di studio e riposo, consentendo così l'accoglienza di buona parte degli studenti minorenni provenienti dall’estero e da tutta Italia.



Costi di intervento per la nuova sede di via Santa Marta: 
1.908.183 €

Costi di intervento per la creazione del convitto di via Campo Lodigiano:
968.641 €



AIUTACI A CONCRETIZZARE QUESTO PROGETTO
Anche 5 € (cifra minima di donazione) costituiscono un contributo fondamentale per raggiungere il nostro obiettivo.



Puoi sostenere la realizzazione del convitto della Scuola di ballo versando una donazione sul C/C N. 100000011847 
IBAN IT40U0335901600100000011847
Intestato a:

Fondazione Accademia d’Arti e Mestieri dello Spettacolo Teatro alla Scala
Via Santa Marta, 18 - 20123 Milano

Dati bancari:
Banca Prossima Spa
piazza Paolo Ferrari, 10
20121 - Milano

ABI 03359
CAB 01600
CIN U

BIC/SWIFT BCITITMX

Causale: "Ristrutturazione Accademia".

Periodicamente, tramite questa pagina, sarai aggiornato sulla cifra che abbiamo raggiuntoInoltre, se lo desideri il tuo nome sarà pubblicato nell'Albo Sostenitori della ristrutturazione dell'Accademia. Se desideri essere incluso nella lista, aggiungi il tuo nome e cognome in coda alla causale del versamento; altrimenti scrivi "Anonimo".
 


 

Chi Siamo


«L’Accademia del Teatro alla Scala è il pensiero della Scala per domani: un’occasione storica, un luogo in cui viene trasmesso il “savoir-faire” di un Teatro che è la storia stessa dell’opera. Se la Scala è patrimonio del mondo, l’Accademia ne è parte vitale. Il migliore investimento per il futuro». Con queste parole l‘attuale Sovrintendente del Teatro alla Scala, Stéphane Lissner, ben riassume la vocazione che l’ente scaligero ha da sempre dimostrato nel favorire la crescita di nuovi talenti; sin dal 1813, quando il Teatro istituisce la Scuola di Ballo, oggi riconosciuta fra le più prestigiose istituzioni a livello internazionale per la formazione coreutica. La stessa vocazione si rinnova negli anni Cinquanta del Novecento con la creazione della scuola dei "Cadetti della Scala", voluta da Arturo Toscanini per dare continuità storica alla tradizione lirica italiana. Negli anni Settanta Tito Varisco, all’epoca direttore degli allestimenti scenici, dà vita al corso per scenografi realizzatori, con l’obiettivo di trasmettere, di generazione in generazione, l’eccellenza dell’abilità creativa e manuale degli artisti scaligeri. Intorno a tali nuclei si sviluppano nuovi percorsi formativi e nel 2001, come Fondazione di diritto privato, l’Accademia del Teatro alla Scala assume il volto che ha oggi: quattro dipartimenti - Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori, Management - che coprono tutti i profili professionali legati al teatro musicale, con un’ampia offerta didattica, articolata in corsi di formazione, specializzazione e workshop. L’alto livello della docenza garantisce la preparazione più adeguata, grazie alla presenza dei qualificati professionisti del Teatro alla Scala, cui si affiancano grandi artisti e i maggiori esperti del settore. Ogni anno giovani di età compresa fra i 6 e i 30 anni, provenienti da tutto il mondo, studiano per divenire figure di eccellenza nel campo artistico, tecnico e manageriale: cantanti lirici, professori d’orchestra, artisti del coro, maestri collaboratori, ballerini, scenografi, costumisti, sarti, truccatori e parrucchieri, lighting designer, tecnici di palcoscenico, fotografi di scena, tecnici audio, videomaker, manager.Il percorso formativo, basato su una modalità d’insegnamento che privilegia il contatto diretto con il mondo del lavoro, consente di acquisire quotidianamente "sul campo" competenze che vengono accresciute attraverso un’intensa esperienza di stage.  La realizzazione del "Progetto Accademia", un’opera che annualmente viene inserita nella stagione del Teatro alla Scala, a cui concorrono molti degli allievi, va ad affiancarsi alle opportunità previste nel corso dell’attività didattica: concerti, spettacoli, esposizioni, seminari.Negli anni più recenti sono stati incentivati i contatti a livello internazionale, per incrementare scambi fra studenti, ospitalità, attività concertistiche, ed è stato dato ulteriore sviluppo ai progetti di ricerca e cooperazione sostenuti dalla Comunità Europea, realizzati con autorevoli partner. Il medesimo principio di apertura e collaborazione sottende la nascita dell’Area didattica e divulgazione, creata per promuovere all’interno e all’esterno dell’Accademia progetti di diffusione e trasmissione della cultura teatrale e musicale, attraverso guide all’ascolto, laboratori musicali, visite guidate, incontri con artisti e musicisti.



Direzione

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Direttore Generale
Luisa Vinci

si è diplomata nel 1985 in trombone presso il

Conservatorio ‘G. Verdi’ di Como... continua




Vice Direttore Generale

Nadia Nigris

si è diplomata in pianoforte presso il Conservatorio
di Musica ‘A. Buzzolla’ di Adria... continua





Direttore Dipartimento Danza e
Direttore Scuola di Ballo

Frédéric Olivieri


nato a Nizza, ha frequentato il Conservatorio
di Musica e Danza della città ... continua




Vice Direttore Scuola di Ballo
Maurizio Vanadia

si è formato alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala
dove si diploma nel 1981 ... continua

 

 

Dove siamo


La sede centrale dell'Accademia è in via S. Marta, 18


La Scuola di Ballo è in via Campo Lodigiano, 4


I Laboratori Ansaldo sono in via Bergognone, 34

 

Staff

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Direttore Generale
Luisa Vinci

Vice Direttore Generale
Nadia Nigris


Direttore Scuola di Ballo

Frédéric Olivieri
Vice Direttore Scuola di BalloMaurizio Vanadia
Responsabile Amministrazione e Risorse UmaneMaurizio Noris Chiorda
Assistente alla Direzione GeneraleFederica Breveglieri

Segreteria DidatticaGiovanna Coletta, Erika Criseo
Segreteria Dipartimento DanzaCinzia Baldassarra, Rita Costantini, Cristina Magnaghi
Relazioni Esterne e Comunicazione
Paola Bisi

MarketingAlessandra Sbriscia Fioretti

Direttore Dipartimento MusicaDaniele Borniquez

Dipartimento ManagementAndrea Massimo Grassi
 

Sponsor

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SPONSOR


  
  


SPONSOR E FORNITORE UFFICIALE DELLA SCUOLA DI BALLO   




SPONSOR TECNICI

                





ACQUA UFFICIALE DELLA SCUOLA DI BALLO



 

Corsi di Musica


Il Dipartimento Musica vanta corsi prestigiosi come l’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici, nata per volontà di Riccardo Muti nel 1997, per raccogliere l'eredità della gloriosa scuola dei "Cadetti della Scala", fondata da Arturo Toscanini negli anni Cinquanta. Il Corso per maestri collaboratori forma pianisti in grado di collaborare, in qualità di maestri di sala, di palcoscenico, suggeritori ed alle luci, alla preparazione e realizzazione di uno spettacolo d’opera e di balletto. L’offerta didattica del dipartimento si completa con i Corsi per professori d’orchestra e per artisti del coro, che preparano professionisti in grado di svolgere la propria attività artistica in un complesso orchestrale e all'interno di cori lirico-sinfonici e un Corso di perfezionamento per ensemble da camera specializzato sul repertorio del XX secolo.


Si ringrazia:


Consulta i corsi
oppure torna all'elenco dei Dipartimenti...

 

 

Danza


Il cuore del Dipartimento Danza, diretto dal 2003 da Frédéric Olivieri, è costituito dalla Scuola di Ballo, fondata nel 1813 e guidata nel corso della sua storia da prestigiosi maestri e celebri ballerine. Dal 2006 ne è direttore lo stesso Olivieri. La Scuola, che ha una durata di otto anni, presenta un’offerta formativa articolata per rispondere alle richieste delle compagnie internazionali di ballo, che oggi esigono la conoscenza di un repertorio ampio e diversificato, non limitato esclusivamente al registro classico-accademico. Al percorso per ballerini professionisti si affiancano un Corso biennale per insegnanti di danza, che consente a docenti di scuole private di apprendere la metodologia didattica della scuola, un Corso quinquennale di propedeutica alla danza, riservato ai bambini dai 6 ai 10 anni, cui si aggiungono gli stage estivi.

Sponsor e fornitore
ufficiale della Scuola di Ballo


Consulta i corsi
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Palcoscenico e Laboratori


La proposta didattica del Dipartimento Palcoscenico-Laboratori è molto articolata ed offre corsi di formazione per scenografi, costumisti, sarti teatrali, truccatori e parrucchieri, attrezzisti, macchinisti, meccanici, falegnami, elettricisti, lighting designer, cui si aggiungono corsi specialistici per tecnici audio, fotografi di scena e videomaker.Gli allievi acquisiscono le proprie competenze affiancando le maestranze del Teatro alla Scala nella realizzazione degli spettacoli della stagione, sia sul palcoscenico sia nei laboratori di scenografia. L’arte del saper fare, trasmessa direttamente dal maestro all’allievo, riproponendo l’antica tradizione della bottega rinascimentale, costituisce l’elemento fondante di tali corsi. Fondamentali per la crescita formativa degli studenti gli incontri con artisti e professionisti di fama internazionale, da Graham Vick a Tullio Pericoli, da Luca Ronconi a Peter Stein, da Roberto De Simone a Hugo De Ana, da Franco Zeffirelli ad Arnaldo Pomodoro, da Franca Squarciapino a Luisa Spinatelli, da Vera Marzot a Anne-Marie Heinreich. Molti degli ex allievi sono ormai inseriti nell'organico delle maestranze scaligere, altri collaborano con importanti teatri e festival in Italia e all’estero, da Milano a Roma, da Torino a Parma, da Parigi a Valencia a Madrid.

Management

corsi-dipartimento-management-accademia-scalaIl Dipartimento Management propone il Master in management per lo spettacolo (MASP), attivato in collaborazione con la SDA Bocconi e dal 2008 con il Piccolo Teatro di Milano, con l’obiettivo di preparare professionisti in grado di integrare conoscenze culturali e artistiche a competenze economiche e gestionali.Il corso è considerato tra i più qualificati nel campo delle performing arts, soprattutto per la levatura del progetto didattico-formativo e per la qualità delle opportunità di tirocinio che vengono offerte agli allievi presso enti e aziende di prestigio. Il Dipartimento propone anche il corso per l’attività musicale autonoma e l’autoimprenditorialità, che intende fornire, assieme alle necessarie competenze organizzative, gestionali e legislative, le competenze culturali e artistiche indispensabili per realizzare progetti musicali e per la professione di musicista, rispondendo così all’esigenza di adeguare la formazione musicale italiana a quella dei più autorevoli enti formativi europei, attenti a trasmettere ai propri allievi una preparazione globale e non soltanto specialistica.


Progetti nelle scuole

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L’offerta formativa proposta dall’Accademia Teatro alla Scala permette di coinvolgere gli studenti (sin dalla scuola dell’infanzia) in modo attivo, valorizzando la loro creatività e adottando un linguaggio agile, a loro familiare.Gli allievi vengono introdotti alla conoscenza di vari aspetti del teatro musicale, dal modello organizzativo, che - articolato in un sistema complesso di profili professionali - favorisce l’integrazione e la capacità di lavorare in gruppo con obiettivi comuni, ai suoi codici e alle sue convenzioni linguistiche - musica, testo, recitazione, scena, azione-.
Infine vengono loro illustrate le numerose opportunità professionali che il teatro offre.

PROPOSTE DIDATTICHE 2013-2014
Per la Scuola dell’infanzia:

Per la Scuola Primaria:

Per la Scuola Secondaria:

  • LA MUSICA VA IN SCENA: dalla creazione alla realizzazione di un vero e proprio spettacolo musicale in tutte le sue fasi.
(Ogni laboratorio è da intendersi soggetto a modifiche a seconda delle necessità didattiche e organizzative  della classe coinvolta).

I progetti sono realizzati grazie al sostegno di:



 



Calendario

Consulta mese per mese le proposte artistiche del Teatro alla Scala.

Cliccando su ogni data avrai un'anteprima dello spettacolo con la possibilità di acquistare direttamente il biglietto. Alcune date presentano un doppio spettacolo, pomeridiano e serale, indicato dai simboli del sole e della luna.

Puoi anche impostare il filtro serale o pomeridiano per rendere più veloci le tue ricerche.

Inoltre, se sei registrato al sito, hai la possibilità di inserire nella tua agenda personale gli spettacoli che desideri: riceverai un
avviso per ricordarti che si avvicina la data di apertura delle vendite.
Settembre 2013   
  •  Opera
  •  Balletto
  •  Concerto
  •  Recital
  •  Manifestazioni Culturali
  •  Invito alla Scala
Lunedi
Martedi
Mercoledi
Giovedi
Venerdi
Sabato
Domenica

26

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3

ore 18:00
Prima delle prime
 

4

ore 21:00
Akademie für Alte Musik Berlin Cappella Amsterdam
 

5

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7

8

9

10

11

12

13

14

15

ore 20:00
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
 

16

ore 18:00
Prima delle prime
 

17

18

19

20

ore 20:00
La scala di seta
 

21

ore 20:00
La scala di seta
 

22

23

ore 20:00
La scala di seta
 

24

ore 20:00
La scala di seta
 

25

ore 20:00
La scala di seta
 

26

ore 20:00
La scala di seta
 

27

ore 20:00
La scala di seta
 

28

ore 20:00
Gala per il bicentenario della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala
 

29

ore 20:00
La scala di seta
 

30

ore 20:00
La scala di seta
 

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  Aggiungi alla tua agenda     Spettacolo aggiunto alla tua agenda



Opera e balletto

Stagione 2012/2013

Opera

Spettacoli passatiProssimamente
Apri Richard WagnerLohengrin - Anteprima dedicata ai Giovani
Apri Richard WagnerLohengrin
Apri Giuseppe VerdiFalstaff
Apri Giuseppe VerdiNabucco
Apri Richard WagnerDer fliegende Holländer
Apri Alexander RaskatovCuore di cane (Sobač’e serdce)
Apri Giuseppe VerdiMacbeth
Apri Giuseppe VerdiOberto conte di San Bonifacio
Apri Richard WagnerGötterdämmerung
Apri Richard WagnerDas Rheingold (Der Ring des Nibelungen)
Apri Richard WagnerDie Walküre (Der Ring des Nibelungen)
Apri Richard WagnerSiegfried (Der Ring des Nibelungen)
Apri Richard WagnerGötterdämmerung (Der Ring des Nibelungen)
Apri Giuseppe VerdiUn ballo in maschera
Apri Gioachino RossiniLa scala di seta
Apri Giuseppe VerdiDon Carlo
Apri Giuseppe VerdiAida

Balletto

Spettacoli passatiProssimamente
Apri Roméo et Juliette - Anteprima per i giovani
Apri Roméo et Juliette
Apri Notre-Dame de Paris
Apri Giselle
Apri Il lago dei cigni
Apri 
Apri L'histoire de Manon
 
 

Serate speciali

Spettacoli passatiProssimamente
Apri Serata a favore del FAI, Fondo Ambiente Italiano, in collaborazione con Serate Musicali - Milano Philharmonia Orchestra
Apri Serata a favore di AIRC - Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro - Comitato LombardiaFilarmonica della Scala
Apri Serata a favore del Museo Diocesano di Milano, dedicata alla memoria del Cardinale Carlo Maria MartiniRamin Bahrami
Apri Serata a favore della Fondazione CandiaFilarmonica della Scala
Apri Serata a favore della Lega Italiana per la Lotta contro i TumoriFilarmonica della Scala
Apri Serata per il quarantesimo anniversario degli Amici del Loggione del Teatro alla Scala (1973-2013)Filarmonica della Scala
Apri Serata a favore della Fondazione Don Carlo Gnocchi OnlusOrchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Apri Serata a favore della Croce Rossa Italiana Sezione Femminile - Comitato Locale di MilanoOrchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo
Attenzione: La Direzione del Teatro alla Scala si riserva il diritto di apportare al programma della stagione i cambiamenti resi necessari da esigenze tecniche o di forza maggiore. La Direzione si riserva inoltre di presentare eventuali altri cast.
 
 

Concerti sinfonici

Spettacoli passatiProssimamente
Apri Direttore Christoph von DohnányiFilarmonica della Scala
Apri Direttore Robin TicciatiOrchestra e Coro del Teatro alla Scala
Apri Direttore Nicola LuisottiFilarmonica della Scala
Apri Direttore Daniel HardingFilarmonica della Scala
Apri Direttore Gianandrea NosedaFilarmonica della Scala
Apri Direttore Ingo MetzmacherFilarmonica della Scala
Attenzione: La Direzione del Teatro alla Scala si riserva il diritto di apportare al programma della stagione i cambiamenti resi necessari da esigenze tecniche o di forza maggiore. La Direzione si riserva inoltre di presentare eventuali altri cast.
 
 

Concerti straordinari

Stagione 2012/2013

Spettacoli passatiProssimamente
Apri Direttore Daniel BarenboimOrchestra e Coro del Teatro alla Scala
Attenzione: La Direzione del Teatro alla Scala si riserva il diritto di apportare al programma della stagione i cambiamenti resi necessari da esigenze tecniche o di forza maggiore. La Direzione si riserva inoltre di presentare eventuali altri cast.
 
 

Domenica alla Scala

Stagione 2012/2013

Spettacoli passatiProssimamente
Apri Solisti dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala
Apri Ottetto all'Opera
Apri Giovanni SollimaVioloncellisti della Scala
Apri Direttore Bruno CasoniCoro di Voci Bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala
Apri Direttore Angelo SormaniI Corni della Scala
Attenzione: La Direzione del Teatro alla Scala si riserva il diritto di apportare al programma della stagione i cambiamenti resi necessari da esigenze tecniche o di forza maggiore. La Direzione si riserva inoltre di presentare eventuali altri cast.
 
 
 
 

I concerti dell'Accademia

Stagione 2012/2013

Spettacoli passatiProssimamente
Apri Solisti dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici
Apri Gruppi da camera dell'Accademia Teatro alla Scala
Apri Direttore Marco AngiusEnsemble “Giorgio Bernasconi” dell’Accademia Teatro alla Scala
Apri Direttore Renato RivoltaEnsemble “Giorgio Bernasconi” dell’Accademia Teatro alla Scala
Apri Solisti dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici
Apri Direttore Olivier CuendetEnsemble “Giorgio Bernasconi” dell’Accademia Teatro alla Scala
Attenzione: La Direzione del Teatro alla Scala si riserva il diritto di apportare al programma della stagione i cambiamenti resi necessari da esigenze tecniche o di forza maggiore. La Direzione si riserva inoltre di presentare eventuali altri cast.
 

 
             

Collegio dei revisori dei conti

Presidente

Marco Spadacini

Membri effettivi

Massimiliano NovaGabriele Villa 
   

     






Direzione Marketing e Fundraising
Direttore Marketing e Fundraising
Cristina Paciello
Responsabile Ufficio Marketing
Francesca Agus

Responsabile Biglietteria
Annalisa Severgnini

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