Storia del Teatro
STORIA DEL TEATRO AUGUSTEO
Negli
anni dopo la prima guerra mondiale Napoli conobbe un grande sviluppo
edilizio, soprattutto verso una zona sino ad allora considerata fuori
centro, la collina del Vomero; si sentì dunque il bisogno di collegarla
al centro cittadino, e fu studiato un grande progetto per creare una
funicolare che avrebbe in pochi minuti trasportato un congruo numero di
persone. Per ottenere lo spazio necessario allo stazionamento di questa
funicolare, fu abbattuta una parte di Palazzo Berio, storica costruzione
del ‘600, con facciata ridisegnata dal Vanvitelli nella seconda metà
del ‘700. Il famoso architetto, in occasione del battesimo della Infanta
Reale Carolina, vi aveva costruito un salone da ballo e un teatro di
1600 posti, conservandone la pianta a forma circolare. Ragioni
ereditarie portarono al decadimento e alla vendita del palazzo, ma si
suppone che nel creare la piazzetta antistante la Funicolare si sia
conservata una parte di esso. Il teatro, prima opera in cemento armato
dell'ingegnere Pier Luigi Nervi, su progetto dell'architetto Arnaldo Foschini coadiuvato dall'ingegnere Gioacchino Luigi Mellucci, è nato nella omonima piazzetta creata pochi anni prima per creare uno sbocco al traffico della neonata funicolare Centrale, che collega il Vomero a via Toledo, ed è situato proprio sopra la Funicolare, come si ipotizza fosse l'antico teatro vanvitelliano. L’Augusteo, come la Funicolare Centrale,
fu dunque realizzato tra il ’26 e il ’29, ed ha una struttura circolare
con diametro di 30 metri e il centro del soffitto apribile ; sia
quest’ultimo che la scala mobile dell’epoca sono stati rimessi in
funzione durante la ristrutturazione curata da Pippo Caccavale tra il ’90 e il ’92. Seguita
dal Ministero dei Beni Culturali, questa ristrutturazione ha riportato
il locale allo splendore iniziale, demolendo la controsoffittatura che
nascondeva la volta di Nervi e le architetture “modernizzanti” che ne
avevano completamente stravolto l’aspetto, come le pareti dell’ingresso
in marmo rosso tutte coperte da pittura plastificata e i palchi murati,
caratteristica di Nervi che usava tecniche d’avanguardia su
progettazioni di stampo tradizionale. Il teatro è simmetrico,
riecheggiante i teatri a palchi del ‘700, pur essendo dotato di ogni
comfort moderno per l’epoca, come scala mobile, ascensori, impianto di
aria condizionata, lucernario centrale della volta scorrevole. La
sala fu aperta al pubblico nel novembre ’29, con una serie di colossal
(il cinematografo era allora la nuova forma d’arte...) accompagnati
naturalmente da orchestra, essendo il cinema ancora muto; rivelò subito
di avere una struttura destinata alla musica, secondo la studiata
realizzazione architettonica, e ospitò i nomi celebri quali Tito Schipa,
Beniamino Gigli, Giovanni Martinelli, oltre a tutti i grandi della
canzone napoletana ; nel gennaio del ’30 fu proiettato il primo sonoro, e
le “estive” presentarono concerti, balletti, music hall, fino alla
Piedigrotta in cui le case editrici presentavano la nuova produzione di
musica leggera, e che divennero un’abitudine storica per la città. Divenuto ormai un teatro famoso, l’Augusteo ospitò la grande Joséphine Baker
con il balletto del Casino di Parigi, le riviste di Isa Bluette e Nuto
Navarrini, e, dal ’34, la prosa con Sergio Tofano ed Elsa Merlini, la
rivista con Totò, la canzone con la “Bottega dei quattro” (Libero Bovio, Nicola Valente, Gaetano Lama ed Ernesto Tagliaferri), cui si aggiunse Ernesto Murolo. Fu
la guerra a far chiudere l’Augusteo, che riaprì con gli “alleati” nel
’45 come club della Croce Rossa, e nel ’50 subì l’onta della
ristrutturazione “moderna”, divenendo cinema del centro adatto a films
di cassetta ; e fu chiuso definivamente nell’80. Fu richiesto qualche
anno dopo come spazio per un supermercato, e soltanto chi lo vede oggi
dopo la ristrutturazione può comprendere quanto grave per la città
sarebbe stata questa richiesta; il caso ha voluto che la nuova gestione
di Francesco Caccavale,
dopo una trattativa durata circa tre anni con la Società proprietaria,
intervenisse drasticamente sulla storica sala, ponendola come primo
intervento sotto l’attenzione del Ministero dei Beni Culturali, e
riportandola, in un paio di anni di lavori diretti dall'arch. Pippo Caccavale,
alla sua naturale funzione di sala d’arte, ormai soltanto teatro, anche
se può ospitare, essendo attrezzato, serate cinematografiche
d’eccezione. Sin
dal primo anno la gestione ha curato particolarmente la qualità degli
spettacoli in programmazione, creando un naturale gemellaggio con il
Sistina di Roma per la capienza della sala, ma non trascurando la prosa;
il pubblico segue con interesse le proposte del cartellone in
abbonamento (circa 10.000 abbonati) ma anche i concerti di musica
classica e leggera. L’Augusteo si pone anche come sede di congressi e
meetings.
http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:TeatroPIER LUIGI NERVI Architettura come Sfida
Cinema-Teatro Augusteo, Napoli, 1924-1929
con Arnaldo Foschini
impresa Nervi e Nebbiosi
Mai citato nei suoi libri, ma sempre ricordato come
una delle opere a lui più care, il cinema-teatro Augusteo conferma le
capacità di Pier Luigi Nervi di destreggiarsi con soluzioni strutturali
iperstatiche ardite, il cui controllo è affidato più all’intuizione e
all’esperienza pratica che a un calcolo preventivo rigoroso. In
quest’opera egli spinge ulteriormente in avanti la ricerca sui sistemi
tridimensionali in ossatura di cemento armato, pensati come scheletri
resistenti integrati con la muratura portante. Collocato nel fitto tessuto del centro storico di
Napoli, l’edificio è frutto di una moderna operazione immobiliare sulla
collina del Vomero. Autore del progetto è l’architetto romano Arnaldo
Foschini, che si rivolge alla Nervi e Nebbiosi per la difficile
esecuzione della copertura. Nervi ha trentacinque anni, è ormai un
affermato progettista-imprenditore che si è già cimentato più volte con
impegnative coperture di grandi ambienti pubblici quando lavorava per la
Sacc di Attilio Muggia. Inoltre, con la Nervi e Nebbiosi, ha appena
concluso l’innovativa copertura di 24 metri di luce in cemento armato
del teatro Banchini di Prato. Il progetto di Napoli però è più complesso. La struttura più
significativa è la copertura della vasta sala di 30 metri di diametro
con al centro un lucernaio circolare apribile, costituita da un sistema
radiale di 18 travi reticolari dalle quali sbalzano le mensole
rastremate, collegate in punta da un anello che delimita il vuoto
centrale. L’altezza delle travi corrisponde all’intero ultimo piano
abitabile e i puntoni diagonali sono nascosti nelle pareti divisorie
degli ambienti adibiti a uffici. I collegamenti orizzontali tra i
pilastri, lungo il perimetro interno della sala, sono raccordati agli
angoli costituendo una grande trave Vierendeel anulare che contribuisce
alla stabilità torsionale del sistema. I due solai di calpestio e di
copertura infine irrigidiscono la struttura sul piano orizzontale.
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Dove siamo
Teatro Augusteo
Indirizzo: Piazzetta duca d'Aosta 263Località: 80134 NA
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